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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
Battesimo del Signore   versione testuale
Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento.







 
Vangelo Mc 1,7-11
 
Dal Vangelo secondo Marco
 
In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che
è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci
dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà
in Spirito Santo».
Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato
nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua,
vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una
colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato:
in te ho posto il mio compiacimento».
 
 
Tra le opere presenti nella nostra diocesi ispirate da questo brano, è  stata scelta la seguente:
Dipinto olio su tela
Chiesa di Sant'Agata, Martinengo 
 
- Commento iconografico/iconologico dell'opera di cui sopra:
Il Battesimo di Gesù nel Giordano segna gli inizi della “vita pubblica” di Gesù. Il soggetto era già utilizzato prima del 313 nelle catacombe e sui sarcofaghi e dal IV secolo si arricchisce di particolari. Spesso vi compaiono degli angeli con le mani coperte da un velo in segno di rispetto, secondo l’uso dei funzionari, in epoca tardo antica, alle cerimonie solenni delle corte imperiali.
 
- Commento teologico dell'opera di cui sopra:
Il vangelo di Marco racconta in maniera molto sobria la scena del battesimo di Gesù. La stessa scena in Matteo e Luca è decisamente più affollata. Luca, tra quelli che si recano dal Battista, cita alcune categorie sociali: pubblicani, soldati. Matteo parla di farisei e di sadducei e afferma che “tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano”. Nel quadro di Gian Paolo Cavagna le folle di Matteo e Luca sono sparite. In questo si potrebbe dire che l’immagine è molto vicina, precisamente, al testo di Marco. Tutto si risolve in un faccia a faccia fra Gesù e il Battista. La folla dei penitenti viene sostituita da due angeli. In alto appare il Padre e la colomba dello Spirito vola al di sopra di Gesù.
Il Padre e lo Spirito sono personaggi luminosi, tanto da apparire quasi diafani. Una larga fascia di luce piove da loro su Gesù. Il linguaggio della luce e del colore diventa efficacissimo nelle due figure in primo piano. La luminosità paradisiaca investe Gesù frontalmente, illumina il volto, il fianco destro e soprattutto il panno attorno ai fianchi, luminosissimo, marmoreo. Quel panno ricorda molto da vicino il mondo celeste con la sua valanga di luce e, insieme, la croce: basta immaginare una diversa postura del corpo e si ha il Crocifisso, con lo stesso panno stretto attorno ai fianchi. Il Figlio amato che il Padre designa dall’alto è venuto a dare la vita.
Da notare poi che la luce che colpisce il volto di Gesù – la stessa luce - lascia in ombra quello del Battista. Il Battista, infatti, dice: “Viene dopo di me colui che è più forte di me”. Anche il colore del panno del Battista è diverso, un rosso cupo e intenso.Il Battista è il personaggio “terragno” che ha i colori della terra, Gesù è il personaggio celeste che possiede la luce del cielo.
Una natura vaporosa e lussureggiante fa da sfondo, da grandiosa scenografia. Forse il pittore pensava a una specie di nuovo paradiso terrestre. Un nuovo mondo inizia, infatti, abitato dal Figlio, l’”uomo nuovo”che gode dell’amore e della compiacenza del Padre.
 
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