Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno.
Vangelo Lc 24,35-48
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l‘avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Tra le opere presenti nella nostra diocesi ispirate da questo brano, è stata scelta la seguente:
Dipinto olio su tavola Ambito bergamasco sec. XVIII, Apparizione di Gesù Cristo Chiesa di Santa Croce, Gerosa
- Commento teologico dell‘opera di cui sopra:
I vangeli del dopo pasqua sono i vangeli del grande passaggio: dalla presenza fisica, storica di Gesù, a quella sacramentale, misteriosa, mediata dalla Chiesa. Le immagini di Gesù che invia gli apostoli possono allora riferirsi alla finale del vangelo di Matteo, dove Gesù, sul monte di Galilea invia gli apostoli ad ammaestrare tutte le genti e a battezzarle, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Oppure alle scene che sono presenti soprattutto nel vangelo di Luca, nelle quali Gesù appare ai suoi in forme, se così si possono chiamare, più “familiari”, “domestiche”, per invitare poi a testimoniare ovunque ciò che hanno visto e sentito. L’immagine della parrocchia di Gerosa è incorniciata in una sontuosa decorazione dorata. Quasi a voler suggerire, con la preziosità della cornice, la preziosità di quello che vi si rappresenta. D’altronde, l’oro della cornice invade la scena stessa: anche lo sfondo è oro e, con il suo sfarzo luminoso, permette di “staccare” nettamente la scena, monocromatica, di Gesù in mezzo agli apostoli. L’oro è, nella tradizione iconografica cristiana, il colore di Dio e del paradiso. Dunque: il cielo ha invaso la terra e l’ha illuminata con il suo splendore. Siamo in un interno suggerito dal muro sullo sfondo, ben disegnato dalle pietre dei due contrafforti e dall’arco che si apre all’esterno su un ampio paesaggio. La figura del Risorto è l’unica a essere interamente circondata dall’oro del fondo. Gli altri fanno variamente gruppo. Lui è solo, al centro. Una vasta aureola gli incorona la testa. Gli apostoli si dividono in due gruppi. Più compatto e teso all’ascolto, quello a sinistra. Più aperto e diversificatoquello a destra. Qui due apostoli stanno parlando tra di loro. Due, e uno di essi ha il bastone in mano, stanno uscendo. Il quadro mette in scena, dunque, con una notevole abilità narrativa, il passaggio cruciale dal tempo del Signore al tempo della Chiesa. Partendo dal comando del Risorto e dalla sua Parola, nasce il dialogo ecclesiale: i due di destra stanno commentando fra di loro ciò che Gesù ha detto. Insieme, inizia la missione: i due dell’estrema destra si mettono in viaggio, perché la Parola che hanno ascoltato possa risuonare, grazie al loro annuncio, “fino ai confini della terra”.
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