La profetessa ha lo sguardo affaticato dalla lettura del testo. Essa si discosta dalle altre veggenti osservate per la scritta inserita nel ritratto: "Sibyl[la] Delph[ica] quae et Daphne Tyr[esiae filia est]". La frase presenta la Sibilla vaticinante a Delfi e figlia dell‘indovino greco Tiresia. Questo particolare è riscontrabile nella storia universale Bibliotheca Historica dello storico greco Diodoro Siculo, in cui si narra che, quando i figli dei sette re conquistarono la città di Tebe, catturarono la figlia di Tiresia, Dafne, e la portarono a Delfi, dove perfezionò le sue capacità profetiche.