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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
3° domenica di Avvento - ciclo B   versione testuale
In mezzo a voi sta uno che non conoscete.







 
Vangelo Gv 1,6-8.19-28
 
Dal Vangelo secondo Giovanni
 
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da
Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli
confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli
chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu
il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché
possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici
di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto:
Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo
interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il
Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo
nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che
viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del
sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava
battezzando.
 
  
Tra le opere presenti nella nostra diocesi ispirate da questo brano, è stata scelta la seguente:
 
Polittico (particolare):
Chiesa dei Santi Alessandro e Vincenzo, Ponteranica 
  
 - Analisi iconografica/iconologica dell'opera di cui sopra :
Indossa una tunica di pelo di cammello o di capra fissata alla spalla da una fibbia.
Porta l'agnello, raffigurazione simbolica derivante dalle parole con le quali il santo salutò Cristo che veniva dal Battesimo:
«Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo» (Gv 1, 29)
 
- Commento teologico dell'opera di cui sopra:
Il Natale è il trionfo dell’immagine. Il presepio è uno dei più straordinari pretesti per le creazioni artistiche più alte e per quelle artigianali più dimesse. Ma in tutte le immagini l’artista o l’artigiano ci mettono molto di loro. Dio parla dell’uomo, ma l’uomo e il suo mondo parlano di Dio. Almeno da san Francesco in qua, Gesù Bambino nasce a Roma, a Napoli, a Bergamo, dappertutto.
Così avviene per il Battista e così avviene in questa straordinaria immagine del Lotto. Il grande pittore mette il suo mondo in quello del Battista. La limpida scenografia in cui l’immagine si colloca ci dona l’idea di una natura aspra sì, ma accessibile, più italiana che mediorientale, più rinascimentale che antica. Anche il deserto è a misura di uomo. La pietra su cui il santo si trova è diventato un piedestallo.
Ma è soprattutto l’immagine del Battista che ha subito la più vistosa metamorfosi. Il Precursore regge la croce ed esibisce l’agnello ferito avvolto in un incredibile manto rosso. Tutto dice molto più di quello che si vede. L’agnello, soprattutto. È ferito e vivo insieme: ha dato la vita, infatti, ma vive per sempre, “agnello che toglie i peccati del mondo”. Il manto rosso domina l’intera immagine con la sua forza simbolica: è sangue, è martirio, è la grandezza invasiva di un dono che va oltre tutte le possibili misure umane. Ma il mantello rosso che avvolge l’agnello, avvolge anche il Battista che è come l’agnello di cui è l’annunciatore. Il Battista, dunque, non annuncia l’agnello solo con il vigore della voce, anche anticipando con la sua morte quella del Maestro.
Splendida immagine del credente. Il discepolo del Signore può essere visto come un Battista che allarga le braccia per offrire agli sguardi di tutti il suo Maestro. Ma mostrando il Maestro mostra se stesso, avvolto nello stesso manto dell’agnello e dunque chiamato a dare la vita come il Signore che nasce e muore, in tutto simile a ogni uomo, a ogni donna che abita questo mondo.
 
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