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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
2° domenica di Avvento - ciclo B   versione testuale
Raddrizzate le vie del Signore.







 
Vangelo Mc 1, 1-8
 
Dal Vangelo secondo Marco
 
Inizio del vangelo di Gesù, Cristo, Figlio di Dio.
Come sta scritto nel profeta Isaìa:
«Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero:
egli preparerà la tua via.
Voce di uno che grida nel deserto:
Preparate la via del Signore,
raddrizzate i suoi sentieri»,
vi fu Giovanni, che battezzava nel deserto e proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati.
Accorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemme. E si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.
Giovanni era vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi, e mangiava cavallette e miele selvatico. E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». 
  
 
Tra le opere presenti nella nostra diocesi ispirate da questo brano, è stata scelta la seguente:
 
Dipinto murale ad affresco:
Chiesa di San Bernardino, Lallio 
  
 - Analisi iconografica/iconologica dell'opera di cui sopra:
Indossa una tunica di pelo di cammello stretta in vita da una cintura di cuoio.
Ha il dito indice levato e proteso in avanti a significare la sua missione di annunciatore del Messia.
Regge una croce di giunco
  
- Commento teologico  dell'opera di cui sopra:
E' l’immagine del Battista, il battezzatore, il personaggio che domina i vangeli della seconda e terza settimana di avvento. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore.
Siamo qui in chiesa, questa chiesa, preziosamente dipinta, coperta di meravigliosi affreschi. Tutto è colorato. Sembra che gli artisti siano stati presi da una specie di horror vacui. Si devono immaginare aperture sontuosamente decorate anche dove non ci sono.
Ed ecco che, improvvisamente, in una di queste aperture, piene di ghirigori, appare questo selvatico, questo intruso. È “vestito di peli di cammello, con una cintura di pelle attorno ai fianchi”, mangia “cavallette e miele selvatico”. Che ci fa costui in questo trionfo di colori e di forme?
Poi lo guardo meglio. Che insondabile forza in quel volto, così intensamente luminoso. È una forza che nobilita tutto. I peli di cammello diventano una elegante peluche che incornicia il collo e il braccio. Mi guarda di sbieco: sta andando altrove: il dito alzato indica la direzione e con l’altra mano ha alzato il mantello perché non intralci il passo. Non mi meraviglierei se a un certo punto sparisse e lasciasse vuoto il pertugio, così sontuosamente decorato, nel quale è apparso.
Il Battista, infatti, è il profeta calamitato dall’altrove: deve “andare oltre, verso” qualcuno. È il “precursore”, colui che apre la strada.
Fa parte dell’esperienza cristiana l’incertezza che viene da noi e la certezza che viene da “colui che è più forte di me”. Le pecore fanno gregge perché escono dall’ovile per andare dietro al pastore. I pescatori diventano pescatori di uomini perché lasciano le loro reti. Il discepolo di Gesù di Nazaret sa di non potersi fermare qui. Guarda di sbieco il mondo, come il Battista, e prosegue.
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