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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
Prudenza - Casi particolari   versione testuale






 
Le ultime tre opere che raffigurano la Prudenza presentano degli attributi che non vengono normalmente associati a questa virtù, per questo non rientrano in nessuna delle categorie sopra presentate.
 
La prima opera in questione è il dipinto murale di Federico Ferrario presente nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Medolago che raffigura la Prudenza con specchio e caduceo, un bastone con due serpenti (o solo un serpente) attorcigliati e due ali all’estremità.
 
 
Questo attributo è solitamente associato a Ermes, o Mercurio, messaggero degli dei, dio dei commerci e della medicina. Nella mitologia, Ermes esibiva il caduceo come simbolo per placare le liti, per questo veniva mostrato dagli ambasciatori come simbolo della loro funzione mediatrice e inviolabilità. Tuttavia, questo scettro aveva anche una valenza morale poiché rappresentava la condotta onesta e leale della persona.
Nella religione cristiana il caduceo compare nel Libro dei Numeri quando il popolo di Israele viene colpito dai morsi dei serpenti per essersi lamentato della carenza di cibo durante il viaggio verso la Terra Promessa. Mosè, allora, pregò per il suo popolo e Dio gli suggerì un rimedio: costruire un bastone con un serpente di rame avvolto intorno ad esso:

“Il Signore disse a Mosè: "Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita". Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta; quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita”.
Num 21, 8-9.
 
Questo strumento aveva una duplice funzione: da un lato, il bastone visto come strumento di mediazione; dall’altro, il bastone che salva dal pericolo e dona la vita a chi rischia di perderla. Probabilmente, questo simbolo associato alla Prudenza, deve essere letto come segno di un comportamento retto e incorruttibile, qualità associata a questa virtù.
 
 
Il secondo caso riguarda un dipinto murale presente nella Chiesa di San Domenico a Carenno, in provincia di Lecco.

La particolarità di questo affresco è che presenta degli scheletri per simboleggiare l’allegoria della Prudenza al posto della tradizionale figura femminile. Questa caratteristica è dovuta, probabilmente, alla massiccia presenza dei temi macabri che connotano la provincia di Bergamo, dalla celebre Danza macabra di Clusone del 1485 al ciclo dei pannelli macabri realizzati da Vincenzo Bonomini nei primi anni del XIX secolo.
 
 
L’ultimo caso è costituito da una statuetta in legno di bosso il cui mediocre stato di conservazione, che ha portato alla mancanza degli arti superiori, non permette di identificare gli attributi che connotavano questa figura e, di conseguenza, non permettono di inserire quest’opera in nessuna delle quattro tipologie individuate.
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