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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
ASCENSIONE DEL SIGNORE   versione testuale
Il Signore fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.







 
Vangelo Mc 16,15-20 
 
Dal Vangelo secondo Marco
 
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio.
Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
 
 
Tra le opere presenti nella nostra diocesi ispirate da questo brano, è stata scelta la seguente:
 
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Premolo
 
- Commento teologico dell'opera di cui sopra:
“Cristo appare ai discepoli”, dice il titolo del catalogo. Proponiamo questa immagine per la sesta domenica dopo pasqua. Il vangelo è un passaggio del capitolo 15 di Giovanni, parte del lungo discorso di addio di Gesù ai suoi, durante l’ultima cena. Discorso di straordinaria bellezza ma, inevitabilmente, di difficile “rappresentazione”. Così riproponiamo un’altra immagine pasquale, come sfondo al “comando” di Gesù che, lasciando i suoi, ordina loro di amarsi gli uni gli altri.
Guardando da vicino l’immagine ci accorgiamo facilmente di quale apparizione di Gesù si tratta. A destra, inginocchiato, calvo, con la barba, si riconosce facilmente Pietro. Dietro di lui, in piedi, un giovane dai capelli lunghi: è sicuramente Giovanni. Siamo nel capitolo 21quarto vangelo. “Si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli”. Il vangelo cita cinque apostoli e due anonimi discepoli. Qui le figure attorno a Gesù sono sei ma la figura di estrema destra è tagliata e il pittore lascia supporre che un’atra figura possa sbucare dietro. La certezza che si tratta proprio di Giovanni 21 viene dalle pecore. Nella apparizione sulle rive del lago Gesù per tre volte chiede a Pietro se lo ama e, dopo che Pietro gli ha assicurato di amarlo, Gesù ancora tre volte gli ordina: “Pasci le mie pecore”, “Pasci i miei agnelli”.
Si spiegano, così, alcune caratteristiche dell’immagine. Gesù campeggia al centro. Ha addosso un mantello, tanto ampio quanto leggero: è uscito dal sepolcro e, tornato alla pienezza della vita, passa per un po’ in mezzo agli uomini come un pellegrino, di passaggio, in attesa di tornare al Padre. La sua umanità ferita – si vedono bene le cicatrici delle mani e dei piedi - sta per entrare definitivamente in cielo.
I “personaggi” più curiosi sono le pecore. Più che brucare si inchinano e non a Gesù, ma a Pietro - è lui, infatti, che le deve pascere – con dei movimenti ritmici, rituali, quasi liturgici. Nella parte bassa, dunque, Pietro inginocchiato da una parte e le pecore dall’altra “entrano” nell’immagine per dare inizio alla Chiesa. Il Risorto lascia i suoi, ma affida a Pietro di custodire la sua Chiesa, di pascere le sue pecore e i suoi agnelli.
 
 
 
 
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