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Diocesi di Bergamo - Ufficio Beni culturali
Sibilla Samia   versione testuale
Sibylla Samia quae et Herophile proprio nomine dicitur
 
 

 

Sesta nell'elenco di Varrone è la Sibilla Samia: "Sextam Samiam de qua scribat Eratosthenes in antiqui annalibus Samiorum repperisse se scriptum". Di lei scrisse il greco Eratostene dopo averne trovato traccia negli annali dei Sami. Sempre Eratostene ne colloca l'esistenza tra l'VIII e il VI secolo a.C.. La Sibilla Samia  era conosciuta anche con il nome di Erofile, il cui significato era "amata da Era", il nome della divinità maggiormente venerata sull'isola. Il nome Erofile venne in seguito assegnato da Eraclite Pontico e Pausania alla Sibilla Eritrea per giustificare l'interruzione delle testimonianze della Sibilla Samia a partire dal IV secolo e dare credibilità e anzianità alla Sibilla Eritrea.

ICONOGRAFIA
 
Filippo Barbieri, nel 1481, presenta la Sibilla Samia come una donna "dalle belle forme"e con una spada sotto i piedi. Questo elemento non compare nei ritratti della Diocesi di Bergamo di Almenno San Salvatore, Lallio, Trescore Balneario e Sovere. . 
 
 
SIBILLA SAMIA NELLA DIOCESI DI BERGAMO
 
Le veggenti presente nella diocesi di Bergamo vestono ampi abiti, dei mantelli sulle spalle e presentano il capo coperto con veli trasparenti. Tra le mani stringono il libro delle profezie.
Il messaggio scritto nei riquadri di Almenno San Salvatore, Lallio e Trescore enuncia la nascita del Figlio di Dio: "Ecce veniet dives et nascetur de paupercula et bestie terrarum adorabunt eum clamabunt et dicent laudate eum in astris celorum"
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