Amate la giustizia, voi che governate la terra. (Sap 1, 1)
La Giustizia è la seconda virtù cardinale ed è considerata dalla morale cristiana come la virtù che consiste nel dare a Dio e al prossimo ciò che è loro dovuto.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega che è dalla giustizia che nascono le altre tre virtù cardinali:
“Se uno ama la giustizia, le virtù sono il frutto delle sue fatiche. Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza, la giustizia e la fortezza, delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita”.
Catechismo, n. 1805.
La giustizia verso Dio è chiamata «virtù di religione» e consiste nell’adempiere ai doveri che abbiamo verso il Signore. Questi doveri possono essere sintetizzati in tre concetti fondamentali: l’ascolto, cioè far propria la parola di Dio; professare il monoteismo, credere e adorare l’unico e solo vero Dio; infine, amare Dio più di quanto si ami se stessi.
Il concetto di giustizia viene esteso all’ambito dei diritti inalienabili che appartengono ad ognuno di noi e, in tal senso, devono essere rispettati da tutti, anche da chi governa sulla terra perché anche i potenti devono rendere conto a chi sta più in alto di loro.
Nella Lettera ai Colossesi si legge a questo proposito:
“Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo”.
Col 4, 1.
Nel Discorso della Montagna si proclamano beati coloro che hanno fame e sete di giustizia perché saranno saziati e si assegna il Regno dei Cieli ai perseguitati per colpa della giustizia. La giustizia, nel Nuovo Testamento, assume valore di santità di vita e comporta opere di bene per entrare in diretto rapporto con Dio.
I Padri della Chiesa torneranno sulla questione della definizione di giustizia offrendo nuove interpretazioni. Per Lattanzio, la giustizia di cui parla il Vangelo non consiste semplicemente nel dare a ciascuno il suo ma si riassume nel concetto di pietà:
“La pietà e l'equità sono come le vene profonde di Dio; da queste due fonti proviene infatti tutta la giustizia, ma il suo principio e la sua origine risiede nella prima, nella seconda si trova ogni forza e razionalità”.
Lattanzio, Divinarum institutionum V, 14-11.
Successivamente anche Sant’Ambrogio mette in rapporto la giustizia con la pietà, ma sottolinea soprattutto il fatto che chi opera per la giustizia opera per il bene comune:
“Solo la giustizia è quella virtù che in ogni circostanza, proprio perché la sua natura è di aprirsi agli altri più che di rinchiudersi in se stessa, ha utilità quotidiana e vantaggio comune; salvaguarda l’utilità degli altri anche a costo di un personale svantaggio. È la sola che non ricavi il minimo vantaggio e che abbia invece il massimo merito”.
Ambrogio, Commento al Salmo 118, 14-16.
Nella Summa Theologiae, San Tommaso si sofferma sulla definizione di giustizia sottolineando il ruolo capitale che questa virtù svolge nella convivenza sociale. Il suo pensiero a riguardo è tratto direttamente dal diritto romano. Il teologo cristiano afferma che:
“La giustizia è l'abito mediante il quale si dà a ciascuno il suo con volere costante e perenne”.
Tommaso d’Aquino, Summa Theologiae I-II, q. 66.
La giustizia è quindi la capacità di riconoscere nell’altro un “altro se stesso”, e l’altro è da intendersi non solo come persona ma anche nel significato più ampio di comunità. Quindi l’indicazione di dare a ciascuno il suo prevede sia il dovere del singolo a contribuire al bene comune, sia il dovere della comunità di dare il bene ai singoli cittadini.
Le opere della Diocesi che rappresentano la
Giustizia sono state suddivise in quattro tipologie ciascuna delle quali si differenzia dall'altra in base agli attributi, ovvero agli oggetti con cui questa virtù è raffigurata.